L’insonnia è un disturbo che, ovviamente, incidente moltissimo sulla qualità del riposo. Circa il 10% della popolazione mondiale ne soffre e ben 8 persone su 10 lamentano problemi di sonno associati alle sue tre dimensioni più percepite: l’addormentamento, la durata e la qualità stessa.

Le principali cause di insonnia riguardano i turni di lavoro notturno e i viaggi intercontinentali. Chi soffre d’insonnia infatti si trova spesso ad avere a che fare con modifiche repentine dell’orario di sonno-veglia. Ma non solo, anche stress e cattive abitudini come l’assunzione di alcool, fumo e vita sregolata sembrano incidere molto sulla qualità del sonno.
Nonostante i disturbi del sonno possano già apparire in età adolescenziale, i risvegli notturni e la stanchezza al risveglio riguardano maggiormente le persone in età adulta. La durata e la frequenza dei risvegli, infatti, è direttamente proporzionale al passare degli anni, a causa di una minore capacità dell’organismo di produrre la melatonina, ormone che stimola il sonno.
La paralisi del sonno, invece, è un disturbo che si presenta meno frequentemente, ma è molto incisivo sulla qualità della vita. Chi sperimenta questo disturbo difficilmente lo dimentica: si tratta infatti di un risveglio durante la più profonda delle fasi del sonno, denominata fase REM (dall’inglese “rapid eye movement”).

Durante questa fase i nostri occhi si muovono rapidamente per effetto dell’intensa attività cerebrale legata ai sogni, mentre la nostra muscolatura rimane bloccata da opportuni segnali fisiologici inviati dal nostro cervello. Se lo stato di coscienza viene ripreso nel bel mezzo della fase REM, è possibile sentire una temporanea incapacità di muoversi nonostante il risveglio.